Il cibo
“L’antipasto di oggi è una loro specialità“. Ti servono un piattino con una decina di cubetti per metà bianchi e per metà neri, grandi come il preparato da soffritto che trovi surgelato al supermercato. “E’ pelle di balena. Loro ne vanno matti!“. Esatto: loro. Ho visto Peter, uno degli skipper, mangiarsene tre piattini gustandosi un cubetto per volta dopo averlo infilzato con la forchetta e rimirato. Noi, invece, ne mangiamo un piattino solo combinando due strategie:
- 1 fetta di pane (con olio extravergine di oliva… perché no?) per ogni trinità di cubetti;
- lontano dagli occhi, lontano dal cuore, quindi prima lo finisci meglio stai.
Sarà la consistenza gommosa e nervosa o il forte sentore di pesce. O forse la combinazione delle due. La verità è che non ho conosciuto nessuno tra viaggiatori e guide che non vedesse quel cibo come una sfida.
Potrebbe essere l’inizio di un’odissea alimentare, ma è in realtà l’unica difficoltà incontrata a tavola. La carne di orso bianco, di foca o di bue muschiato hanno dei sapori particolari, ma rientrano nella macrocategoria “carne” come cervo, cinghiale, capretto, etc. a cui siamo più abituati. Anche la carne di balena è carne e ne ha la consistenza, ma si caratterizza per un sentore di mare che la rende più particolare. Il pesce invece è pesce, solo più gustoso, al punto che il salmone non è un comune salmone, ma è il vero e unico “salmone salmone“. Per finire, la preparazione dei piatti alla Casa Rossa risente delle origini italiane di Robert per cui si gioca in casa. La difficoltà è per:
- vegetariani e vegani che possono sfruttare al 100% solo le risorse della colazione, perché per cena carne e pesce sono inevitabili;
- i puritani delle ricette tradizionali che potrebbero storcere il naso di fronte alla balena tonnata come variante del vitello;
- alcuni tedeschi convinti che la polenta non sia nata per essere abbinata al pesce e che non si rassegnano nemmeno di fronte all’evidenza della tradizione italiana. La carta del “tradizionale o meno, la verità è che è buono” è un jolly che è inutile sprecare.
Chi avesse dubbi sulla freschezza dei prodotti dovrebbe limitarsi ad attendere la visita di un cacciatore o di un pescatore che bussa alla porta di Robert per offrire i frutti della sua fatica.
Il supermercato
L’ampia scelta della colazione e la cena con menù fisso e porzioni abbondanti rendono inutile pranzare, a meno che non si decida di fare una lunga escursione e sia quindi il caso di rifocillarsi per evitare di cadere a terra svenuti. In questo caso si può contare sul fantastico mondo dei supermercati: bibite dai colori sgargianti, etichette inservibili, confezioni con sole porzioni famigliari; nel reparto panetteria, pizzette mai viste prima e hot dog con un retrogusto dolciastro; barrette alla frutta con abbinamenti banana e cacao, banana e dattero, fichi e dattero. Qualcosa per ricaricarsi durante la giornata si trova, al massimo ripiegando sui prodotti di fama planetaria se non si vuole rischiare la delusione acquistando i prodotti più esotici.
I due supermercati di Tasiilaq meritano almeno una visita: non esistono corsie, solo un mini-labirinto di scaffali che vengono riempiti fino a quando non si esauriscono le scorte portate via nave dalla Danimarca. Può capitare quindi che la notizia del giorno sia la fine delle scorte di yogurt. Come funzioni d’inverno è difficile immaginare, dato che i rifornimenti via nave si fermano nel periodo in cui il fiordo di Tasiilaq è inaccessibile a causa del ghiaccio, in pratica tra novembre e giugno.
La caccia di orsi, foche e balene
La caccia è la via di sostentamento tradizionale in Groenlandia: non ci sono coltivazioni né allevamenti; l’unico animale allevato è il cane da slitta. Gli animali cacciati sono ovviamente quelli naturalmente diffusi nell’area territoriale di riferimento: balene e orche, orsi e foche.
La filosofia della conservazione delle risorse naturali è arrivata però anche in Groenlandia dove il governo, in via diretta o per il tramite dell’adesione a enti internazionali, cerca di trovare il punto di incontro tra le esigenze di sostentamento e quelle di tutela. Al momento la situazione è molto ben delineata e regolamentata per quanto riguarda la caccia di orso bianco e foche, mentre la caccia alle orche non ha regolamentazioni in considerazione del numero limitato di esemplari catturati. Infine la caccia alle balene: al momento le quote di caccia sono definite direttamente dal Governo Groenlandese in assenza di un accordo nell’ambito dell’International Whaling Commission che ci si aspetta arrivi nel 2018.
Quanti stranieri/ viaggiatori si possano aggiungere all’equazione senza che gli equilibri siano alterati è una domanda alla quale non ho trovato risposta da nessuna parte. Per ora.
Approfondimenti
- Il racconto di Lucia (solo francese o inglese)
- Polar bear management in Greenland (settembre 2015)
- Whaling in Greenland
- White paper on management and utilization of large whales in Greenland (maggio 2012)
- White paper on management and utilization of seals in Greenland (gennaio 2009)
- Updated data to: Management and utilization of seals in Greenland (febbraio 2015)
- Report del Comitato Scientifico dell’International Whaling Commission (2017)
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